Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
’educatorio di San Niccolò; in Firenze l’interno della chiesa di Santa Maria degli Ughi, e a Montepulciano il teatro. — Cosimo Rossi Melocchi di Pistoja
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semplici forme ma di monumentale solidità; una cappella dedicata alla Vergine nella chiesa dei Minori Osservanti a San Romano, e intraprese la riduzione
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Siena, oggi stanza del Collegio Tolomei, e devesi pure a lui l’ampliamento della chiesa di San Francesco, pregevole edifìzio della sua patria.
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del Patriarca, al Tribunale Criminale, all’Archivio Generale ai Frari e alla chiesa di San Silvestro. — GIUSEPPE PIANIGIANI di Siena (n. 12 maggio
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teatro che nel 1834 costruiva al Borgo San Sepolcro è tenuto assai bello, e la forma elegante data fino dal 4837 alla prigione delle Stinche, quando si
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ricostruzione del teatro San Carlo; e in Toscana fu adoperato prima (1818) nell’ufficio del Catasto, poi con miglior senno dal Fossombroni (1826) nel
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. Teatro della Pergola (1857); il restauro della basilica di San Lorenzo, operato d’ordine del governo della Toscana nel 1860 e in fine molte altre
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statue dell’Arco di porta a San Gallo, opere del Foggini, del Ticciati, del Masoni e d’altri scultori, che si reputavano allora abilissimi, basta a
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, smarrisce i sensi. Correndo il 1838 pose nella chiesa di San Frediano di Lucca un bel monumento a Lazzaro Papi, lodato scrittore di versi e di storie. Su d
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diligenza e finitura. Le cose sue più pregiate sono un putto esprimente l’inverno, un San Giovannino e una leggiadra Psiche sedente. Nè vuolsi tacere che
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colossale delia Prudenza pel monumento di Colombo a Genova, con un bassorilievo esprimente il primo suo sbarco all’isola di San Salvadore, e una assai
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tempo, a noi basterà ricordare una delle opere sue tenute allora più belle, quella macchinosa cupola della basilica di San Lorenzo, certi dell’aver
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maggior nome, è il transito del beato Ranieri nell’oratorio pisano di San Vito.
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non ha di lui che un sol quadro nella Chiesa di San Frediano, esprimente il transito di Sant’Anna. — STEFANO TOFANELLI (n. 26 settembre 1750, m. 30
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prima sua opera, quella che allora gli valse la fama, il martirio di San Donato per la cattedrale d’Arezzo. Esposto il quadro agli occhi del pubblico
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galleria de’ Pitti; e quelli della cupola della cappella medicea in San Lorenzo, che figurano storie del vecchio e del nuovo Testamento.
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’Accademia di San Luca, e del Benvenuti stesso amico suo, che poi lo raccontava con ammirazione, rifece il nudo a penna incominciando a tratteggiarlo dai
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dipinto per la chiesa di San Paolo a Napoli. Ma una delle opere che più fece onore al Nenci sono i soggetti che disegnò maestrevolmente sulla Divina
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tela stupenda che il Bezzuoli colorì per la chiesa del Crocifisso al Borgo San Lorenzo, vediamo chiaro nella mente questo avanzamento; nè ci par tanto
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al maestro. Fece anche per la chiesa di San Remigio, l'Arcivescovo di Rems che dà il battesimo a Clodoveo re de’ Galli, pittura di grandi dimensioni
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(1852), e alcuni fatti della vita di Sant’Anna nella cappella dei Giuntini in San Giuseppe; dei quadri a olio, la Vergine piegata inatto di
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San Francesco a Pisa, è opera tenuta tra le sue migliori. Ma quelli che gli varranno l'immortalità sono l’ombra di Samuele che appare a Saulle nella
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fresco nella chiesa dell’Umiltà a Pistoia, Caino maladetto da Dio, e San Felice che esorcizza un’ossessa, quindi passò ad operare in Pollonia e in
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; l’arco di trionfo fuori la porta a San Gallo, eretto nel 1739, quando Francesco II di Lorena veniva a Firenze per raccogliervi l’eredità medicea, e
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, nel 1601 mandato in dono a questo pontefice; e poi i famosi lavori per la cappella dei depositi medicei in San Lorenzo, che con magnificenza proprio
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stampa della cappella di San Filippo Neri, e meritano lode quelle ricavale da alcuni quadri della galleria Cerini, e da qualche dipinto di Raffaello. Fu
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chiaro nome e comodo stato. Dal suo primo lavoro, che fu un San Filippo eseguito in Firenze, fino all’ultimo, la Strage degli Innocenti da Guido Reni
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acque termali di San Filippo alle falde del Monte Amiata, non molto lungi dalla via di Roma. Fece egli conoscere che questo tartaro, poteva depositarsi
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. 8 maggio 1792). Nel 1825 espose all’Accademia di Milano, Gesù bambino presentato al tempio, da un quadro di fra Bartolommeo da San Marco, e n’ebbe il
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modo con rara abilità. Preparavasi ad illustrare la basilica di San Miniato al Monte, quando la morte lo rapì immaturamente mentre dava di sè tanto
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